Qualche numero fa abbiamo recensito un articolo di cui però abbiamo dimenticato di dare il link che è questo. Abbiamo deciso di rilanciare l’articolo aggiungendo quest’altro link che parla della reputazione on line in modo assai originale. Sostanzialmente pare che in futuro le persone saranno sempre di più come le Aziende e avranno un proprio rating che ne determinerà il valore sul mercato. Siete pronti o pronte a diventare Startup di voi stessi o di voi stesse? A sinistra diranno che si tratta di mercificazione della personalità, a destra che ormai la valorizzazione delle differenze individuali è compiuta. A noi di Hacklab X piace stare al centro con qualche deviazione a destra e a sinistra. Ergo, ci faremo mercificare quanto basta a valorizzare la nostra personalità senza prenderci troppo sul serio.
Proverbi del terzo millennio: “Ma dove vai se il drone non ce l’hai?”.
Il futuro della stampa 3D è nei materiali
L’industria della stampa 3D è tutta concentrata sulle stampanti e questo per noi di HackLab X è davvero un falso obiettivo sul piano della ricerca. Ciò che invece è davvero intrigante è il materiale che usiamo e cosa esso può permetterci di fare. Quindi, a nostro avviso, qualunque stampante va bene pur di sperimentare i materiali utilizzabili per la stampa e capire cosa possiamo farci. Pensiamo a questo materiale conduttore, che permette di realizzare oggetti 3D già predisposti per essere collegati ad una fonte di energia e realizzare oggetti con effetti speciali incorporati. L’azienda si chiama Functionalize ed è in cerca di collaborazioni internazionali. Da tenere d’occhio. Anche questa innovazione è iniziata per gioco. Leggetene la storia.
Immagino che questo titolo vi lasci alquanto sconcertati. E devo dire che altrettanto sconcertato sono rimasto io quando scrivendo una recensione per la mia webzine HackLab X mi e scappata la parola digitalozoico. Questa parola, la cui assonanza con i periodi delle ere geologiche è immediata anche per i più profani, ha tanta più realtà quanto più intendiamo il mondo digitale come uno spazio di oggetti e di senso indipendente e parallelo al cosiddetto mondo sensibile.
Superato il primo momento di sconcerto, ho chiesto subito a Google per avere lumi e ho scoperto, con non poca sorpresa, che la parola digitalozoico la stavo usando io per la prima volta.
Proverbi del terzo millennio: “Innovator non porta pena“.
Inizia la mia collaborazione con Startup Calabria come blogger. Ringrazio Luigi Mazzei e Grazia Pugliese per il privilegio accordatomi. Il titolo del primo contributo è: “Cos’è una buona idea“.
L’Era del digital learning
Il digital learning è sicuramente il tema del momento. Learning si traduce in italiano con imparare, apprendere. In realtà nell’accezione digitale il learning è l’elaborazione intelligente dell’informazione finalizzata all’apprendimento ad infinitum, al fine di supportare decisioni sempre più vincenti ed efficaci. In soldoni più so, meglio elaboro le informazioni, più apprendo, più performanete diventa la mia capacità decisionale. Gli algoritimi per il machine learnig, e cioè gli algoritmi grazie ai quali una macchina (leggi un computer) diventa una macchina per imparare con capacità decisionali di estrema potenza, sono senz’altro la sfida del momento per programmatori che amano il coding estremo. Attenzione, in situazioni particolari il learning può diventare addirittura profondo e i giornali sono già al lavoro per disegnare il futuro dell’informazione.
Ci fa piacere che la statistica confermi la forza di PHP e che siti autorevoli ne tessano le lodi. Da tempo promuoviamo questo linguaggio per una serie di ragioni sensate e strutturali. Compatibilissimo con HTML e Javascript, è ampiamente documentato ed esiste codice a iosa. Un ottimo linguaggio per una programmazione trasversale e a portata di ogni mente e di ogni tasca. Non vi aspettate un giudizio tecnico da parte nostra in quanto il tutto è ampiamente spiegato in questo articolo e documentato con dei numeri assai interessanti.
Con questo numero di HackLab X inauguriamo l’edizione speciale con contributi tematici di assoluta attualità. Il primo a cimentarsi è il nostro già noto collaboratore Pasquale De Rose. Un affabulatore informatico delicato ma incisivo. Come tema ha scelto Docker. Sapete quanto HackLab X ha promosso questo straordinario prodotto. Buona lettura e un grazie davvero di cuore a Pasquale De Rose. Il numero uno, almeno per HackLab X Edizione speciale.
A partire da questo numero Hacklab X è inviato in copia anche a Startup Calabria.
Capitalismo senza confini: in futuro i free lance saranno quotati in borsa
Ecco una notizia che piacerà ai creativi di Talent Garden. Non so se il gioco vale la candela e quali rischi possano essere sottesi ad una tale fantasmagorica previsione. Però il saggio è di quelli che fanno il buco sia nei nostri luoghi comuni che nella nostra immaginazione. Una lettura da non perdere per chi non vuole essere colto di sorpresa ed esclamare “Io che ci faccio qui?”.
Questo numero si apre con una forte suggestione. Un video che ha l’obbiettivo di sfatare i luoghi comuni dell’Italia. Speriamo che non sia un’operazione solo di facciata.
Il video “Italy the Extraordinary Commonplace” confuta gli stereotipi sull’Italia e la racconta dunque quale essa è, cioè un grande produttore di beni tecnologici, secondo esportatore europeo nel settore meccanica e automazione. Il filmato vuole generare nuova consapevolezza sul nostro Paese, sulle sue eccellenze, sul suo reale posizionamento nel mondo, per stimolare la crescita del Made in Italy all’estero e aumentare gli investimenti stranieri in Italia.
Raspberry, node.js e RFID sono temi e campi di sperimentazione di grandissima attualità, legati a quello che viene chiamato il WEB 4.0. Il numero 4, ormai, ha scavalcato il numero 3 in ambito WEB. Infatti, il WEB 3.0 è riuscito a dare poco di più rispetto al WEB 2.0. E il WEB 4.0 sarà senz’altro contraddistindo dall’Internet delle cose che vedrà connesso tutti e tutto. Ecco perché vi invito a sperimentare questa libreria. Tenetemi informato. Sarebbe bello pubblicare un numero speciale di Hacklab X con un tutorial su questa roba. Che ne dite? C’è qualcuno che si candida? Vincenzo Bruno e Ettore Murfuni sono già avanti nella sperimentazione di questi aggeggi.
Come i BIG DATA possono bloccare il furto della tua macchina
Pare che ognuno di noi sieda in modo diverso da ogni altro. E se il sediolino della nostra macchina potesse riconoscerci, nessuno potrebbe guidare la nostra macchina eccetto noi. Bello no? Conserviamo i dati da 4000 anni, ma spesso non sappiamo che farne. Allora, non resta che dare spazio alla creatività. Vi invito a farvi guidare da Kenneth Cukier in questo meraviglioso mondo. E se pensate che non abbiamo ancora tutto quello che ci serve non resta che documentarsi su Hadoop.