Anno Hackademico 2012/2013 – Stampa 3D

Proseguiamo con la serie di brevi post che riassumono tutte le attività intraprese o portate avanti in questo anno di Hacklab (che a noi piace ribattezzare “Anno Hackademico”).

Qualche anno fa sono scaduti tanti brevetti relativi a dispositivi in grado di riprodurre oggetti a partire da un disegno computerizzato e pochi materiali di base. Da allora è nato un intero nuovo settore per l’open hardware (ovvero: l’hardware open source) che è ancora agli albori ma ha potenzialmente l’impatto per cambiare il mondo, trasformandoci da consumatori a produttori in una questione di secondi: si parla, ovviamente, delle stampanti 3D.

In Hacklab Cosenza amiamo essere early adopters della tecnologia, specie quella in grado di fare da propellente per il nostro nascente hackerspace. Dopo mesi di ricerche per metterci un minimo al passo del settore, abbiamo acquistato i componenti per realizzare una Galileo Next. Si tratta di una stampante derivata dall’attuale modello di punta della famiglia RepRap (la Prusa). RepRap è un progetto per una collezione di stampanti open source in grado (da qui il nome) di replicarsi (quasi completamente) da sole. Abbiamo scelto di dare fiducia ad un’azienda italiana e, trepidanti, siamo partiti col montaggio il 25 Giugno.

Il kit della Galileo Next appena unboxato.
Il kit della Galileo Next appena unboxato.

Non è stato semplice, complice anche il periodo piuttosto impegnato per molti di noi, ma la tentazione di smanettare su una stampante 3D, anche a orari improponibili, ha preso il sopravvento e ha smosso uno ad uno gli ostacoli. Si potrebbe pensare che con progetti open e istruzioni online la strada fosse spianata, ma è un errore comune per i newbie della stampa 3D. Spesso capita, infatti, che questi progetti siano sottoposti ad uno sviluppo frenetico e che quindi un’informazione vitale possa essere obsoleta dopo neanche 24 ore. Nel periodo di sole poche settimane che abbiamo trascorso a effettuare il montaggio le schematiche sono cambiate non meno di 4 volte. Ma questa è una cosa che abbiamo realizzato solo in seguito: nel frattempo dipanarsi nelle incongruenze (alcune dei nostri suggerimenti per risolverle sono stati persino integrati nel progetto originale della casa madre) ha richiesto tante teste grattate e accese discussioni. Il 17 Luglio avevamo terminato il montaggio.

Stampare 3D va molto oltre il montare la stampante: per la quantità di dettagli da calibrare (rotazione motori, assi X/Y/Z del piatto, temperatura estrusore, tensione del filamento, ecc) sembra di stare in una galleria del vento di Formula 1. C’è anche tantissimo software coinvolto nel processo:

RepetierHost SettingsC’è il software host che effettivamente gestisce la stampante, ma dietro le quinte opera lo slicer, che traduce il disegno tecnico in comandi comprensibili alla stampante, oltre ovviamente al driver per la stampante e al firmware della board di controllo. E per ognuno di questi… alternative. Tante. E per ogni alternativa, pregi e difetti. E bug. Tanti. Ma eravamo impazienti, e volevamo stampare, potete capirci. Consci di essere comunque solo alla punta dell’iceberg di lavoro, abbiamo eseguito una stampa di prova. E ha funzionato.

La prima stampa 3d non si scorda mai.
La prima stampa 3d non si scorda mai.

Era troppo bello per essere vero, e infatti da allora le problematiche da risolvere non sono mancate. Con la pausa estiva in mezzo, poi, non abbiamo ancora preparato il contrattacco.

Ed è, ehm... al contrario.
Ed è, ehm… al contrario.

Abbiamo identificato una mancanza di rigidità della stampante, che causa il disfacimento di ogni calibrazione dopo pochi movimenti. Sfortunatamente ce ne siamo accorti tardi, e questo ha causato il danneggiamento di molti punti del piatto di stampa da parte di un estrusore a volte troppo caldo, altre troppo basso. Al tempo stesso abbiamo trovato la causa dell’incompatibilità con sistemi GNU/Linux: un baud rate (la velocità di comunicazione col computer) non standard e incompatibile, che richiederà una ricompilazione a partire dai sorgenti. Inoltre, il primo dei filamenti di stampa (PLA bianco) che abbiamo selezionato sembra raffreddarsi troppo presto, causando una mancanza di presa sul piatto che pregiudica la qualità di stampa.

Con alcune modifiche apportate alle viti inferiori, siamo abbastanza sicuri di aver risolto il problema della de-calibrazione improvvisa. Ma proprio quando ci apprestavamo a testare le soluzioni agli altri problemi… la board Sanguinololu che controlla la stampante muore. Poco male, un rimpiazzo arriverà a breve. Ne approfittiamo per ricaricare le batterie e per portare avanti le altre attività ;)

To be continued… next hackademic year! Vuoi approfondire la stampa 3D o hai idee interessanti su cosa stampare? Unisciti a noi!

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