Software a Km 0: come una tecnologia partecipata può favorire la democrazia e l’economia locale

Software chilometro zero
Come una tecnologia partecipata può favorire la democrazia e l’economia locale

Mercoledì 25 luglio 2012, ore 10.30
Sala stampa dell’Aula Magna Unical

Ne discuteranno:

Introduce:  Emilio De Masi (Presidente Gruppo reg.le IdV, primo firmatario della proposta di legge per il Software Libero in Calabria)

Giap Parini (Dipartimento Sociologia, Scienze politiche)
Rapporto tra tecnologia e società

Riccardo Barberi (Liaison Office Unical)
Trasferimento tecnologico e rapporti tra Università e imprese

Domenico Talia (Direttore Icar e Master su Software Libero)
Didattica, Formazione e Software Libero

Domenico Saccà (Open Know Tech)
Laboratorio pubblico privato sull’Open Source

Nuccio Cantelmi (Hacklab Catanzaro, www.ereticamente.it)
Motivazioni della proposta di legge e sua stesura

Giuseppe Giordano e Mimmo Talarico (consiglieri regionali IdV, cofirmatari della proposta di legge)

Modera: Vincenzo Bruno (Ricercatore, Hacklab Cosenza)

Nell’era della “wikinomics”, ovvero dell’economia in cui apertura e condivisione sono i nuovi punti di forza delle aziende, stanno cambiando radicalmente i rapporti tra pubblico e privato, tra aziende piccole e grandi, tra fornitori e utilizzatori di tecnologie.

In particolare il Software Libero, dopo aver conquistato settori importanti come i server web, i dispositivi embedded e gli smartphone, è pronto per diffondersi in ogni settore della società civile ed in ogni ambito lavorativo.
Il Software Libero non è soltanto una rivoluzione tecnologica, rappresenta un nuovo paradigma nell’economia, aprendo scenari finora impensabili. Ma soprattutto garantisce alcuni fondamentali diritti a chi utilizza i sistemi informatici sotto forma di indipendenza, autonomia e sicurezza.
Da qui nasce l’esigenza per la pubblica amministrazione di dotarsi di strumenti normativi che garantiscano tali diritti per se e per tutti i cittadini amministrati, oltre a consistenti risparmi economici per il territorio.
Pertanto la proposta di legge nasce da una convinzione culturale e politica profonda: il software libero che si intende incentivare nella sua diffusione e nel suo utilizzo è una scelta strategica, fondata su di una impostazione di natura libertaria ed egualitaria.
Incentivare l’adozione di software libero, vuol dire prima di tutto, democrazia, uguaglianza oltre le barriere culturali, simboliche ed economiche imposte dalle sole leggi di un mercato spesso selvaggio che limita la partecipazione, l’accesso all’innovazione. Vuol dire pluralismo. Vuol dire incentivare una pratica di scambio e di diffusione di esperienze e di contenuti informatici tra singoli, tra pubbliche amministrazioni, tra realtà associative e culturali.

Chiave di volta del convegno è il legame tra tecnologia libera, scelte politiche ed economia sostenibile.